Nella città del casino
Ci passo davanti tutti i giorni, in bicicletta, per andare all’università. Può sembrare poco interessante come scelta, ma per me scegliere una università in una città diversa da quella in cui sono nata solo per vivere lontano dai genitori e poter fare il bello ed il cattivo tempo, non ha mai avuto senso. Se avessi dovuto trasferirmi per necessità, per seguire un corso che nella mia città non esisteva, l’avrei fatto senza pensarci su due volte, ma il bisogno di vivere tanto lontano dai miei non ce l’ho mai avuto. Evidentemente, sono fortunata ad avere un buon rapporto con i miei genitori…
Sono nata e cresciuta in una città dove esiste un casino, fonte di sussistenza per una buona fetta della popolazione locale. Non si può dire sia un bell’edificio, anzi in molti sostengono che la sua presenza abbia rovinato la bellezza della zona (a me non da poi tanto fastidio, ma forse è perchè quando sono nata già c’era; insomma, per me è sempre stato lì e non ho idea di come fosse la piazza e l’area circostante prima della costruzione del casino), e sono tanti quelli che imputano all’esistenza del casino l’aumento della criminalità e dell’uso di droghe. Tuttavia, se non ci fosse mio padre non avrebbe lavorato da chissà quanti anni… quindi io gli sono riconoscente. La nostra regione è stata gravemente colpita dalla crisi economica degli ultimi decenni, al punto che un terzo della popolazione se ne era andato nell’arco di soli cinque anni. Senza il casino, sarebbe stata la metà, almeno.
Ogni mattina, esco di casa in bici e passo davanti al casino. Cerco sempre con lo sguardo mio padre e, se lo trovo nel parcheggio, suono il campanello per salutarlo. E’ un gesto che amo fare, e so che anche mio padre fissa con lo sguardo la pista ciclabile dal momento in cui scende dall’auto fino a quando entra nel casino. Forse può sembrare strano, ma, nonostante ci lavori mio padre, io ci passi davanti tutti i giorni ed esista da prima di me, non sono mai stata al casino! E’ una specie di legge per chi vive in città. Un tacito accordo. Nessun cittadino va al casino. Quel posto ci serve per tirare avanti, è indispensabile alla nostra economia, punto. A spenderci i soldi ci vanno i turisti, o i ricchi della zona. Per tutti gli altri è un palazzo come un altro, davanti al quale ci si passa per andare a scuola, al lavoro, all’università. Entrare a giocare d’azzardo sarebbe una specie di reato. Eppure io ci vorrei tanto andare……